Il Dragon Fruit, conosciuto anche come Pitaya, è originario dell’America Centrale e meridionale, anche se attualmente viene coltivato anche nei paesi del Sud-est Asiatico, come la Thailandia e il Vietnam.
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Dragon fruit
Il frutto deriva da una particolare specie di cactus e può avere la buccia rossa o gialla e la polpa bianca o rossa. Ma se il colore può cambiare, non varia di certo il suo aspetto: in entrambi i casi infatti, la sua particolare forma è molto simile a quella del carciofo con una serie di foglie sovrapposte e il suo interno è costituito da una polpa ricca di piccoli semini neri.
Il sapore, leggermente dolce, richiama il kiwi e la pera mentre la consistenza è croccante.
Si tratta di un frutto ricco di nutrienti come antiossidanti, acidi grassi polinsaturi, diverse vitamine del gruppo B, carotene, proteine e calcio mentre i semi nella polpa hanno un blando effetto lassativo.
LEGGENDA DEL DRAGON FRUIT
L’origine del dragon fruit è stata attribuita ad una leggenda secondo la quale il questo frutto sarebbe stato creato migliaia di anni fa da draghi sputa fuoco. Si racconta che durante le battaglie con i draghi, quando quest’ultimi venivano sconfitti, subito dopo l’ultimo “getto di fuoco” cacciassero questo particolare frutto che veniva portato in dono all’imperatore come simbolo di vittoria, mentre il drago stesso veniva macellato e mangiato dai soldati per assorbirne la forza.
La leggenda narra che la fiamma del drago ha origine nell’estremità della coda e proprio la carne della coda, la Jaina era considerata la più prelibata. Jaina si traduce infatti dal cinese come “la più dolce e la migliore degustazione” e si ritiene che la sete dell’uomo per la Jaina sia la causa dell’estinzione dei Draghi.