Una delle componenti più discusse di latte e derivati è sicuramente il lattosio, al quale un numero sempre crescente di persone si definisce intollerante. In Europa lo è davvero il 20-25% della popolazione, con punte tra il 50 e l’80% tra gli ispanici, gli indiani e gli africani, mentre lo è la quasi totalità della popolazione asiatica. Perché alcuni di noi sono intolleranti al lattosio e come mai queste differenze tra le popolazioni? E cosa significa davvero questa condizione? Ecco qualche informazione utile a capirne di più.
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Lattosio, quanti dubbi!
Il lattosio è lo zucchero del latte. Ne è ricco quello materno, ma ce lo ritroviamo nel bicchiere anche da grandi quando beviamo quello di mucca, di capra, di pecora e ne consumiamo i derivati. Soprattutto i latticini, la panna, il burro, il gelato e i formaggi freschi, mentre con la stagionatura il suo contenuto si perde. È inoltre presente come additivo in diversi insaccati (il prosciutto cotto, per esempio) e come eccipiente in molti farmaci.
Dal punto di vista chimico, è un disaccaride: è formato da una molecola di glucosio e una di galattosio legate insieme. Per digerirlo e sfruttarlo come fonte di energia il nostro organismo si serve di un enzima, la lattasi, che provvede a spezzare questo legame consentendo alle sue componenti di essere assorbite nel sangue come nutrienti.
Cosa significa essere intolleranti al lattosio?
Nel video qui sotto, Sabrina Negrini, nostra responsabile “Ricerca e Sviluppo” risponde a tutti i vostri dubbi sul lattosio!